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ASKOS

Nell'ottica del recupero della storia e delle tradizioni legate al mondo enoico della Sardegna, vi proponiamo la conoscenza degli antichissimi Askos.

Le brocche askoidi, risalenti al periodo compreso tra l’età del bronzo e l’età del ferro (XI-VIII sec. a.C.) e ritrovate in numerosi siti nuragici di tutta la Sardegna, venivano originariamente usate come contenitori di vini e olio; ne sono state ritrovate di differenti e originali forme, da quelle classiche a becco, a quelle a base globulare o a ciambella, in ceramica o bronzo, forme che saranno in seguito adottate dalla cultura villanoviana e da quella etrusca.

Recenti ricerche archeologiche attribuiscono origini sarde ad alcune brocche di tipo askoide ritrovate nei siti di Cnosso a Creta, di Cadice in Spagna, di Cartagine in Africa.

Questi originali e pregevolissimi contenitori sono una testimonianza di quanto l’inimitabile civiltà nuragica abbia potuto creare nella sua storia millenaria, oltre che testimonianza dell’importanza che il vino ha avuto per i nostri antichissimi progenitori, la leggenda narra che Dioniso, il dio del vino, era stato da loro rapito proprio per accaparrarsene i servizi.

Così almeno sembra testimoniare una ceramica risalente al IV sec. a.C., che secondo la Teogonia di Esiodo (che parla dell’origine degli dei), riproduce appunto i navigatori-pirati Tirreni o Thirsenoi (ovvero costruttori di torri – i nuraghi), che hanno rapito e legato all'albero della nave il dio, il quale trasforma l’albero in una pianta di vite da cui pendono grappoli e tralci.

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