STORIA DEL VINO
Sebbene la nascita e la diffusione della viticoltura in Sardegna sia sempre stata attribuita ai Fenici, negli ultimi anni sono state fatte numerose scoperte di carattere archeo-botanico, che ne collocano l’origine in un periodo precedente. In particolare, sono state ritrovate anfore vinarie del X sec. a.C., risalenti a ben due secoli prima dell’accertato arrivo dei fenici nell’isola. Datati XIV sec. a.C. sono invece alcuni semi di vite, acini carbonizzati e pollini di vite domestica, ritrovati in alcuni siti nuragici della "isola dalle mille torri", come Aristotele chiamava la Sardegna.
A testimonianza della lunga storia del vino in Sardegna si possono ricordare anche i ritrovamenti del periodo preromano e romano di laboratori per uso vinario, la Carta de Logu di Eleonora di Arborea del 1300 d.C., che disciplinava e tutelava la coltura della vite e la produzione del vino, oltre a diversi atti notarili e documenti vari.
Per ciò che riguarda Oliena, già dal 1500 d.C. si parla di una notevole attività vitivinicola da parte dei frati francescani che, dopo aver costruito una chiesa ed un convento, impiantarono una vigna di oltre 10.000 ceppi con annesso stabilimento enologico di cui, ancora oggi, sono presenti imponenti ruderi. In seguito furono i padri Gesuiti a dare un notevole impulso alla viticoltura, che si è conservata e sviluppata fino ai nostri giorni, tant'è che funzionari governativi, poeti e scrittori, hanno parlato del vino di Oliena a varie riprese ed in diverse circostanze, come di "un vino da annoverare tra i vini di lusso, da bere a piccoli sorsi per farci la bocca, ed ogni sorso vi accomoda tutte le faccende del corpo e dell’anima" (De Villa).